lunedì 29 settembre 2008

E non stanno a sentire! Ma perchè??

Come mai Berlusconi e anche Bassolino insistono sulla costruzione di nuovi inceneritori e non tengono conto del Thor?
Non lo sanno? Non lo sapevano?
Lo sapevano, lo sapevano....lo sapeva anche il governo Prodi.
Ne abbiamo parlato anche noi nel febbraio del 2008 in un articolo su La reppublica,edizione napoletana. Riportiamo di seguito in questione:

La Repubblica
(01-02-08, pagina 1 sezione NAPOLI)
Il mulino del Cnr fa la differenziata
di LUCA STAMATI
Dario Scalella ci ha spiegato ieri cosa vorrebbe che fosse stato fatto nel 2011 per risolvere il problema dei rifiuti. Invece vorrei soffermarmi su ciò che è stato fatto nel 2008. Approfittando di una sentenza della Corte Suprema che aboliva le sovvenzioni statali agli inceneritori/termovalorizzatori e della risoluzione del 13 novembre 2001 con la quale il governo adottava l' obiettivo "rifiuti zero" la città ha rinunciato alla realizzazione di inceneritori e si è puntato, in collaborazione con le aziende private, al riciclaggio e al compostaggio. Con forme di raccolta differenziate domiciliarizzate, si è arrivati nel 2002 a riciclare il 62 per cento dei materiali post consumo. Negli ultimi anni si è compreso che il riciclaggio e il compostaggio da soli non sarebbero bastati per risolvere il problema dei rifiuti, di qui il progetto "Rifiuti Zero" che ancora una volta vede il significativo ruolo dei cittadini organizzati per vincere le resistenze delle amministrazioni pubbliche e delle potenti lobby dello smaltimento. Ma a fianco di un vasto movimento di opinione pubblica a favore di questa politica si trovano anche numerose aziende (tra queste la Xerox) che hanno compreso come una politica di riprogettazione dei prodotti, finalizzata all' utilizzo di materiali riciclati come materie prime, ma ancor di più al riuso degli oggetti, sia la via vincente in un mercato competitivo in cui energia, materie prime e smaltimenti saranno sempre più costosi. Allora si sono costruiti impianti di compostaggio fuori città (a 100 km) dove trattare la parte umida dei rifiuti e il compost prodotto viene usato dai contadini per la produzione agricola. In città invece, in zone industriali dimesse sono stati costruiti impianti di riciclaggio, centri di recupero e decostruzione della frazione di rifiuti residua, mettendo su un centro di ricerca apposito coordinato dall' università locale. Hanno dato incentivi e consigli tecnici alle industrie affinché riducano a monte la produzione di rifiuti (imballaggi). Infine per risolvere il problema della frazione residua adesso usano discariche temporanee e seguono con attenzione il Cnr italiano per utilizzare il Thor (Total house waste recycling). Si tratta di un sistema sviluppato dal Cnr, con la società Assing di Roma, che permette di recuperare e raffinare i rifiuti solidi urbani senza bisogno di separarli a seconda della loro natura. Si tratta di una sorta di mulino di nuova generazione capace di lavorare i materiali di scarto in modo da isolare tutte le componenti utili dalle sostanze dannose e inservibili. L' impianto, attraverso un processo di macinazione per attrito, rompe, infatti, la struttura molecolare del Pvc e di tutte le sostanze contenenti cloro e, dopo averlo fatto reagire col calcio, produce al termine del processo del cloruro di calcio, sostanza inerte e non inquinante. I rifiuti, così, vengono ridotti in un composto dalle dimensioni inferiori ai dieci centimetri di millimetro: una materia omogenea che, purificata dalle parti dannose e dal contenuto calorifero, potrà essere utilizzata come combustibile solido. Paragonabile a un carbone di buona qualità, questo prodotto può essere "pallettizzato" o, attraverso un processo di pirolisi (realizzabile sempre all' interno di Thor), trasformato in un biocarburante per i motori diesel. Resta, infine, una parte rappresentata da acqua, espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Un primo impianto di dimensioni industriali è dislocato nell' area di Capo d' Orlando, in Sicilia e i primi test, conferma il Cnr, stanno dando buoni risultati, arrivando a trattare fino a otto tonnellate di spazzatura l' ora. La sperimentazione durerà ancora qualche mese. Poi, entro la fine di quest' anno, verrà avviata la commercializzazione. Scalella naturalmente si riferiva a Napoli, le mie considerazioni si riferiscono invece a San Francisco. Napoli ha circa un milione di abitanti e scarso spazio, San Francisco ha 850.000 abitanti e altrettanto scarso spazio, lì però con la scelta di rinunciare ai termovalorizzatori e puntare alla riduzione a monte dei rifiuti, al riciclo e al loro riuso hanno raggiunto la quota del 50 per cento di raccolta differenziata nel 2000, del 63 nel 2004, e perseguono l' obiettivo del 75 nel 2010 e del 100 per cento nel 2020. Siccome è notorio che gli americani non sono né poco riformisti né pericolosi estremisti fondamentalisti e sognatori e al di là delle polemiche sulla pericolosità degli inceneritori per la salute dei cittadini, forse ciò che accade a San Francisco potrebbe aiutarci a capire che non esistono vie obbligate allo smaltimento dei rifiuti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nel 2002 raccoilta difefrenziata domiciliarizzata a Napoli ?
Dove scusate ?
Io a napoli l' ho vista per la prima volta nel 2008 ai Colli Aminei, e ho sentito dire che si tratta di un quartiere pilota.
Forse nel 2002 esisteva solo in limitatissime zone.... ma non riesco ad immaginare quali...
Mi dite qualcosa in più ?